Con il nome tessitura si intende la fabbricazione di un tessuto ottenuta attraverso l’intreccio di fili di ordito con quelli di trama fatta al telaio, in modo artigianale o industriale.

La storia inizia da molto lontano, con una macchina che per millenni fu azionata completamente a mano.
Il processo era lungo e faticoso, perché ogni passaggio del filo di trama ed ogni movimento dei fili di ordito doveva essere effettuato dal tessitore e dai suoi aiutanti in base a quanto era stato disegnato su un cartone che serviva da guida.

Intorno al 1805, il telaio fu reso automatico dal francese Jacquard e i suoi movimenti si svolsero con maggiore velocità e precisione, rivoluzionando l’intero settore tessile.

VARI TIPI DI TELAIO

  • Telaio a mano, usato ancora oggi per alcune lavorazioni artigianali, come i tessuti e tappeti regionali.
  • Telaio automatico o meccanico con navetta, 
  • Telai senza navetta 
  • Telai circolari per i tessuti a maglia fatti di fili a cappio incatenati uno all’altro.

In relazione alle diverse possibilità e varietà di intreccio dei fili, avremo svariati tipi di armatura del tessuto.

Le tre armature base sono rispettivamente:

  1. Tela, a intreccio semplice identico su entrambe le facce
  2. Saia o Twill, intreccio con nervature oblique, detto anche diagonale
  3. Raso, con aspetto omogeneo, lucido sul lato ordito e opaco sulla faccia trama.

La più semplice delle armature, la tela, nasce così:

  • Nel telaio i fili di ordito sono avvolti su un cilindro chiamato subbio di ordito o subbio svolgente, che è un cilindro messo nella parte dietro del telaio.
    I fili, separati da due aste chiamate licci, passano attraverso degli anelli.
    I due licci comandano i fili dell’ordito, si muovono in senso intervallato e provvedono ad alzarli:
    uno i fili pari, l’altro i fili dispari, alternativamente, in modo che fra questi fili possa comodamente correre la navetta, che contiene la spola, su cui è avvolto il filo di trama.
    II pettine, ad ogni passaggio della navetta, provvede a far andare avanti il filo di trama e compattarlo, in modo che si avvicini ai precedenti e il tessuto risulti uniforme.
    La continua ripetizione di questi movimenti forma il tessuto, che va ad avvolgersi sul subbio raccoglitore. 

Esistono poi tessiture di intrecci più complessi, con disegni, motivi o fili a più colori, per queste è richiesto un corrispondente numero di licci e di navette.  

CLASSIFICAZIONI DEI TESSUTI. 

I tessuti si distinguono in: 

  • Lisci o semplici con una sola trama e un solo ordito
  • Operati cioè che presentano effetti di disegno ottenuti con scambi di trama, detti slegature, che permettono la riproduzione di intrecci anche molto complessi 
    • Twill o saia, produce una diagonale o la lisca di pesce
    • Raso, produce tessuti lucidi e morbidi
    • Fustagno, robusto con mano vellutata, per abbigliamento moda, da lavoro, da caccia
    • Denim
    • Tartan, con il disegno dei clan Scozzesi
    • Tweed, tipico tessuto Inglese 
    • Damaschi, tessuti operati a disegni lucidi su fondo opaco o viceversa 
    • Jacquard
    • Broccati, tessuti di seta con filati color oro e argento e disegni, solitamente floreali, a rilievo.
  • Speciali:
    • Crespi, cioè ondulati su tutta la superficie, grazie a filati molto ritorti. 
    • Doppio diritto, generalmente usati per cappotti e coperte. 
    • Velluti, tessuto peloso formato con un filo supplementare messo ad anello e poi tagliato. 
    • Pelosi o vellutati, grazie allo sfregamento fatto a tessitura compiuta. 
    • Panni, cioè tessuti di lana cardata che hanno avuto una operazione di follatura, cioè di sfregamento tra cilindri di legno, in una soluzione saponosa, con lo scopo di infeltrirne la superficie e nascondere l’intreccio di trama e ordito. 
    • Feltri, ottenuti schiacciando a vapore la lana di pecora o il pelo di coniglio. 
    • Tessuti impermeabili, semplici grazie all’aggiunta di sostanze gommose o con l’applicazione di un sottile strato di gomma sul rovescio del tessuto, idrorepellenti (che respingono le gocce d’acqua).